Le scarpe con il tacco tra storia e curiosità

FONTE: https://spazioliberoblog.com/

Tacchi: croce e delizia delle donne. Il fascino femminile passa anche per il tacco 12, meglio se rigorosamente a spillo. Non tutti sanno però, che in origine le scarpe con il tacco non erano vezzi della moda del gentil sesso. A indossare i tacchi anticamente non erano dame di corte o regine, ma uomini, soldati, aristocratici e reali di tutto il mondo. Probabilmente i primi a indossare i tacchi, oltre 2.000 anni fa, furono gli attori nell’antica Grecia. Sul palcoscenico, più alta era la scarpa e più importante era il ruolo interpretato. Anche nell’antico Egitto si trovano immagini di artigiani che calzano stivali con il tacco. Nella notte dei tempi quindi il tacco era sinonimo di scarpe da lavoro. Nel XV secolo in Persia, i cavalieri, grazie al tacco, riuscivano a stare ben saldi sulle staffe. Per lo stesso motivo lo ritroviamo negli stivali dei cowboy. L’utilizzo dei tacchi, nel corso del tempo, si allargò dal campo di battaglia alla vita quotidiana e si diffusero prima in Turchia e in Ungheria, poi nel resto dell’Europa. Nel Vecchio Continente è stato il più grande condottiero persiano, Shah Abbas, a farsi notare per le sue scarpe. Ma non solo: anticamente il tacco serviva anche a isolare il piede dalla sabbia rovente e quando arrivò in Italia, il popolino, portava gli zoccoli con zeppa e tacco per poter camminare sulle strade sterrate, spesso piene di fango e anche di deiezioni, senza rischiare di sporcarsi i piedi, visto che all’epoca non c’erano né gabinetti né scarichi fognari e tutto veniva gettato in strada. Diciamo che la vanità maschile, in fatto di scarpe, compare per la prima volta con gli Indiani che, per sembrare ancora più alti, indossavano i tacchi. I più ricchi avevano addirittura scarpe di pelle bianca. Solo verso la fine del XV secolo le donne si appropriano dell’uso di calzare scarpe con tacchi alti. Le rappresentanti della borghesia europea portavano scarpe con altissime zeppe simili a quelle che, secoli dopo, abbiamo visto sui piedi della cantante Lady GaGa.
Le nobil donne veneziane sono arrivate a portare scarpe che allungavano la propria statura di addirittura 54 centimetri e questo spiega la necessità di avere al proprio fianco una cameriera che facesse una sorta di bastone e che evitasse così rovinose cadute. Ma nel ‘400 non solo le aristocratiche veneziane indossavano i tacchi, anche le prostitute calzavano scarpe molto appariscenti e altissime per mettersi in mostra e rendere più sensuale e provocante la loro andatura, slanciando le gambe e le caviglie. E a Venezia, tra il 1400 e il 1500 venne anche fissata l’altezza massima dei tacchi, che non potevano superare gli otto, nove centimetri, pena una multa molto salata e addirittura la reclusione ma questa legge non venne osservata da nessuno dato che le scarpe con il tacco erano molto diffuse e sempre molto alte.

Esiste anche un aneddoto sulla storia dei tacchi che è legato alla sovrana Caterina de’ Medici. Pare infatti che lei si sentisse molto a disagio per la differenza di statura con il futuro marito, il Duca di Orleans. Così, per il giorno del matrimonio, si fece fabbricare dai sarti di corte un paio di scarpe con un tacco dell’altezza di 7 cm. A noi potranno sembrare pochi ma, per gli standard dei tempi, non era certo una cosuccia da niente. La funzione della scarpa col tacco si è andata sostanzialmente nobilitando con il passare del tempo: non più calzatura maschile da lavoro, non più sistema per non sporcarsi i piedi ma uno status symbol riservato alle donne e alle più facoltose. Più le donne riuscivano a portare scarpe alte e più costosi erano gli abiti, per la quantità di stoffa che serviva per coprirle completamente. Un’ennesima svolta per i tacchi avvenne, nel 1673, quando il sovrano francese Luigi XIV fece realizzare delle scarpe su commissione: con tacchi e suole rosse, copiate da molti nobili e aristocratici. Tra l’altro il tacco del re parigino, della fine del XV secolo, pare sarebbe stato inventato addirittura dal nostro Leonardo da Vinci per camminare più agevolmente in strade spesso impraticabili. Ma la moda è sempre dipesa dalle bizzarrie della nobiltà e si narra che, durante il regno di Luigi XIV, la regina Maria Teresa che era piccolina di statura, rimediò a quella che lei definiva un difetto insopportabile proprio con un tacco esagerato. E lo stesso Re Sole, apprezzò così tanto l’uso dei tacchi, da emanare una legge secondo la quale solo i membri della sua corte potevano usare i tacchi di colore rosso come lui, per distinguere i privilegiati da chi non era nelle sue grazie. E questa sua curiosa fissazione per le scarpe con il tacco, ispirò la creazione delle note calzature di alta moda con la suola rossa firmate Christian Louboutin.

Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900, le scarpe con il tacco sono diventate sempre di più ad uso e consumo delle donne. Gli uomini, pian piano, le abbandonarono, facendole così diventare quel simbolo di femminilità e sensualità che sono nei giorni nostri. Secondo Elizabeth Semmelhack, curatrice del museo canadese Bata Shoe Museum, furono i fotografi della metà del Diciannovesimo secolo a dare ai tacchi l’attrattiva di cui godono oggi. Appariva sensuale infatti, mettere i tacchi ai piedi delle modelle nude che posavano per le cartoline vittoriane e negli anni ’40 e ’50 le pin-up indossavano con disinvoltura tacchi altissimi come sinonimo di glamour. L’industria cinematografica e l’affermarsi di star di Hollywood ha consolidato il ruolo dei tacchi per potenziare il sex appeal. Sul grande schermo le calzature col tacco apparvero per la prima nel 1938, con Judy Garland, che indossava una sorta di pantofola rossa, creata apposta per lei da Salvatore Ferragamo, il “calzolaio” di lusso delle dive di Hollywood che inventò anche la scarpa con la zeppa in sughero. E ci sono scarpe che sono diventate celebri tanto quanto le dive che le hanno indossate: le celebri scarpette rosse di Dorothy nel film “Il Mago Di Oz”, la scarpetta di cristallo di “Cenerentola”, la collezione di Manolo Blahnik e Jimmy Choo, le “Kettin Heeles” di Audrey Hepburn, il decolteè di Sophia Loren, ecc… Nel ventunesimo secolo le scarpe col tacco sono ancora considerate un accessorio sexy anche se subiscono i cambiamenti della moda e quindi si spazia dalle calzature dai modelli maschili alle cosiddette ballerine con zero tacco fino a quelle simil “trampoli”. Per finire esistono anche modi di dire riferiti ai tacchi: alzare i tacchi = andarsene in fretta; avere il morale sotto i tacchi = non avere alcun entusiasmo; girare sui tacchi = voltarsi e andarsene; il tacco d’Italia = la Puglia; mettere sotto i tacchi = valutare pochissimo qualcosa o qualcuno; mettersi ai tacchi di qualcuno = mettersi all’inseguimento di qualcuno.

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